Domenica, 22 Aprile 2012 00:00

TRAINING EXPERIENCE: VEDIAMO DI FARE UN PO' DI ORDINE

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Ciao ragazzi! Vorrei questa volta addentrarmi un po’ di più nel “pianeta” preparazione fisica e motocross.



Mi giungono quesiti via mail, ne leggo altri su vari forum, blog e riviste; diverse domande infine mi vengono rivolte personalmente in palestra o sulle piste:

… “Sto andando in palestra per aumentare la massa muscolare, soprattutto quelli delle braccia perchè dopo 10 minuti di manche non ce la faccio più e ho le braccia distrutte! faccio bene??”

….”faccio tanti km in bici così aumento la resistenza! Non vado in palestra, non mi piace poi diventerei grosso… secondo me andare in palestra per andare in moto non serve”

….”io sono pigro, non mi va di fare allenamento fisico…mi piace girare in moto!ma tanto per andare in moto basta guidare a lungo!...Faccio le gare però non ottengo buoni risultati, sono abbastanza veloce ma da metà manche faccio una fatica…come posso migliorare??”

….”cavolo ogni volta che mi capita anche una banale caduta mi faccio male!sono davvero sfortunato! Sì sì mi alleno da solo, ormai sono pratico e poi ho trovato delle belle tabelle su un sito!“….

è evidente che c’è un po’ di confusione, vediamo di fare un po’ di ordine…
 

Questi esempi sono solo alcuni, dei numerosi casi, di cui sia io che molti di voi siamo stati più volte testimoni. In molti sport “classici”, passatemi il termine, come per esempio l’atletica, il ciclismo, il calcio, il tennis ecc… il modello di prestazione e di conseguenza le qualità da allenare sono ormai abbastanza chiari (anche se non a tutti! In particolare a molti “atleti fai da te” e allenatori improvvisati…).


Il motociclismo e in particolare le specialità del fuoristrada sono invece ancora oggetto delle ricerche per determinare in modo sempre più preciso il modello prestativo.


La preparazione fisica viene quindi effettuata mescolando alcune certezze scientifiche a alcune pratiche empiriche derivanti soprattutto dalle esperienze accumulate negli anni da tecnici e piloti.


Il pilota di motocross è chiamato a svolgere una prestazione estremamente complessa e difficile da analizzare e da quantificare ma alcuni dati interessanti, relativi alle ricerche scientifiche finora effettuate, ci aiutano a comprendere almeno in parte il modello fisiologico-metabolico dei praticanti di questa disciplina: (vi evito il più possibile cifre, ricerche, nomi impronunciabili di test, macchinari e ricercatori che ai non addetti ai lavori avrebbero solo l’effetto di far sbadigliare…)


I valori di frequenza cardiaca risultano, test alla mano, sempre molto elevati (in media tra l’80 e il 100% della massima frequenza cardiaca, specie nelle gare di supercross (con tanti ostacoli e di durata inferiore, quindi corse a maggiore intensità) e nelle gare su sabbia.


La misura del consumo d’ossigeno (il corpo lo usa per produrre energia tramite il sistema aerobico) rilevato durante le manches in pista risulta il 71% ± 12% del proprio massimo specifico. La durata della prestazione varia dai 15 ai 40 minuti per manche e siamo indotti a pensare che determinino un interessamento più ampio del sistema aerobico all’aumentare del tempo di gara.


I dati relativi alla misurazione del lattato (il famosissimo acido lattico!) sono piuttosto concordi tra i vari ricercatori e lasciano intendere un buon utilizzo del sistema anaerobico-lattacido.


I repentini e spesso esplosivi gesti tecnici/atletici eseguiti dal pilota, atti a contrastare le sollecitazioni trasmesse dal terreno al mezzo, sono sicuramente a carico del sistema anaerobico alattacido.


Il pilota è intento a ottenere la maggiore velocità di percorrenza possibile, controllando il mezzo e la posizione degli avversari, le migliori traiettorie e il superamento degli ostacoli. Egli compie continui gesti atletic/tecnici che coinvolgono tutto il corpo e sono la conseguenza del suo patrimonio tecnico e delle capacità coordinative e condizionali.


Di grande importanza sono le capacità di equilibrio statico, equilibrio dinamico e di volo; capacità di orientamento spazio-temporale; capacità di differenziazione motoria; capacità di reazione, semplice e complessa. Il motocross è uno sport di destrezza, estremamente open skill (cioè si deve continuamente reagire al cambiamento repentino della pista, della posizione degli avversari, alle reazioni della moto ecc…).


Credo sia molto evidente quindi, quanto è complessa la prestazione del pilota di motocross e quanto sia difficile di conseguenza la preparazione che c’è dietro… deve essere forte ma non ipertrofico, elastico, sciolto ed esplosivo ma resistente e coordinato!!!...


Per poter esprimere elevate performance tecniche e fisiche e poterle protrarre per tutta la durata della competizione il pilota deve possedere le seguenti capacità condizionali: forza massima, forza esplosiva, resistenza alla forza, spiccate qualità di stiffness muscolare e una buona flessibilità. La componente aerobica è importante perché da essa viene ricavata parte dell’energia durante la guida e consente un più rapido recupero in eventuali brevi fasi di gara corse a intensità submassimali (per recuperare le forze dopo qualche azione a intensità massimale/sovramassimale) e nelle pause tra una manche e l’altra.

Il sistema cardiocircolatorio deve essere in condizione di poter lavorare ad intensità molto elevate (80-100% della FC max!) per l’intera durata di gara; ciò è dovuto all’intenso lavoro muscolare, a fattori neurogeni (eccitazione causata dallo stato di allerta ed elevato livello di concentrazione), all’utilizzo intermittente di contrazioni muscolari isometriche ripetute, che inducono maggiori “attriti vascolari” e quindi un lavoro più gravoso per il sistema cardiovascolare.


Da questi dati è facile intuire che il pilota può essere facilmente preda dei sintomi della fatica e perdita di lucidità che comprometterebbero l’efficacia e la fluidità dei gesti tecnici e l’incolumità dell’atleta e dei colleghi.


Quindi durante le competizioni è importante che la condizione fisica permetta all’atleta un impegno molto elevato per tutta la durata delle manches, al fine di non limitare la prestazione e permettere lo sfruttamento del .proprio potenziale e di quello del mezzo meccanico fino alla bandiera a scacchi.


Per ultimo, ma non certo in ordine d’importanza, voglio citare il ruolo del preparatore fisico a proposito della prevenzione degli infortuni. Non basta avere un fisico forte, un ruolo molto importante lo gioca l’equilibrio muscolare.


E’ fondamentale che l’allenamento tenga conto del giusto equilibrio fra i muscoli agonisti e antagonisti, oltre che di quello fra i vari distretti corporei; come molto importante è un corretto range di movimento articolare.


Solo in questo stato le articolazioni sono salde e l’apparato muscolare può funzionare correttamente e al massimo delle proprie possibilità con movimenti più fluidi e meno dispendiosi di energia.


Tutto ciò favorisce in maniera importante una minore incidenza degli infortuni, nota dolente del nostro amato sport. 

Quindi che aspettate?? Contattate il vostro preparatore di fiducia, fate una bella batteria di test e cominciate ad allenarvi con un programma su misura per voi!!....tutti in palestra per sviluppare forza,resistenza e riequilibrio muscolare, allenamento cardiovascolare e una giusta dose di allungamento muscolare…buon allenamento!!!


Rispondete qui sotto all'articolo per qualsiasi richiesta inerente alla preparazione e all'allenamento, oppure contattatemi via Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..  

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